home | index | Censors tend to do what only psychotics do: they confuse reality with
illusion. [David Cronenberg] |
Censura in agguato |
Rumors of censorship in ITALY for those who write for the WEB [http://www.peacelink.it/censura/appeal_eng.htm] |
Sembra
sia in atto in ITALIA un autorevole tentativo
di metter lacci alla libertà di pubblicare sul WEB. Chi scrive sul WEB pare dovrà farsi autorizzare dall'Ordine dei Giornalisti, garante della "corretta informazione", come già garantisce tutti gli altri organi di informazione. Franco Abruzzo, presidente dell'ordine dei giornalisti della Lombardia, ha confermato personalmente ad un rappresentante dell'associazione PeaceLink che in base alle recenti proposte di modifica della legge sulla stampa (la 47/1948) anche le associazioni, i gruppi di volontariato, le associazioni no profit e i singoli cittadini che vorranno produrre in maniera continuativa documenti e informazioni da diffondere in rete, dovranno registrare la propria "testata giornalistica" telematica e individuare un direttore responsabile iscritto all'albo dei giornalisti che sia il garante delle informazioni pubblicate sul sito. Ringraziamo per
tanta solerzia. La nostra subnormale intelligenza non poteva più farne a meno. Finalmente
potremo vivere tutti in una affidabile comunità terapeutica, senza più il rischio di
farci di narco-WEB. |
La segnalazione mi è arrivata via e-mail ed è denunciata da PeaceLink. Ulteriori precisazioni si trovano a questo indirizzo: [http://www.peacelink.it/censura]
A titolo precauzionale la pagina PeaceLink è stata da me riprodotta a questo indirizzo: [/Athens/3020/peacelink.htm]. In questo modo è memorizzata su un server non italiano, al riparo dai nuovi "strumenti di garanzia" pensati dai nostri tutori. Al riparo almeno finché la via italiana alla libertà di stampa non avrà egemonizzato il nuovo ordine mondiale. (Della serie: "Dai! giochiamo ai carbonari").
Qui di seguito riporto alcune e-mail dove espongo la mia opinione sulla questione denunciata da peacelink. Le mie opinioni non implicano che esse siano approvate o rispecchino quelle di altri che promuovono o aderiscono all'appello.
Bruno CAUDANA
INDICE:
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From: Bruno CAUDANA
Date: Thursday, November 30, 2000 10:40 PM
To: info@peacelink.it info@peacelink.it
Subject: PEACELINK OSCURATA?
Ma perché avete così paura di minacce così stupide come quelle che propongono l'obbligo di iscrizione all'ordine dei giornalisti per chi scrive in rete?
La libertà di parola in rete è garantita tecnicamente da molti fattori del tutto al di fuori della portata della velleità di controllo di enti come un ordine di giornalisti di un paese marginale come l'Italia o altro.
- La costituzione americana garantisce la libertà di espressione al di fuori delle pastette dei politici nostrani, e senza il consenso degli americani non si riesce a censurare alcunché tecnicamente. Gli americani sono particolarmente suscettibili e si sono sempre schierati contro iniziative di limitazione della libertà di parola mediante legiferazioni corporative.
- La disponibilità di spazio WEB in America e altrove è enorme e cresce progressivamente.
- Anche nel caso di una cancellazione di pagine imposta, resta la possibilità di mettere in rete quello che si vuole con protocolli decentrati su computer non facilmente localizzabili e oscurabili contemporaneamente.
- Tecniche come quelle usate da:
- Napster [ http://www.napster.com ],
- GNUTELLA [ http://www.gnutellanews.com/ ],
- FREENET [ http://freenet.sourceforge.net/ ]
- DynDns [ http://www.dyndns.org ],
- ecc.,
sembrano rendere difficilmente oscurabile qualsiasi cosa che interessi davvero. Altre tecniche/protocolli possono essere ulteriormente inventati.
- La futura disponibilità in esubero di indirizzi IP con l'adozione del protocollo V6 e l'aumento notevole di banda passante a disposizione personale probabilmente renderanno inefficaci eventuali funzioni di controllo/oscuramento che i provider possano voler effettuare.
- I provider attualmente sembrano restii ad attuare politiche di controllo sugli utenti. Preferiscono eventualmente monitorare le tendenze/preferenze dei "naviganti".
- La cultura di origine di Internet (quella che tiene in piedi tecnicamente la rete) tende ad emarginare chi vuole esercitare un controllo su Internet
Circa il Bollino Blu per distinguere l'informazione "buona" da quella "cattiva" penso che lasci il tempo che trova. Ci sono migliaia di iniziative di "bollini blu" che nascono e muoiono tutti i giorni.
Credo che molti giornalisti (quelli che difendono, con sciabolate di cartapesta da Ordine dei Giornalisti, una professione a mio parere probabilmente finita) non abbiano ancora capito quale sconquasso è per loro Internet. E questo perché pochi di loro hanno una chiara nozione delle tecniche che rendono possibile Internet.
Resta la censura del "mercato", ovvero il rischio che nessuno ti legga perché non dici cose che piacciono/interessano. Ma questa è un'altra storia.
Saluti.
--
Bruno CAUDANA
b.caudana@ieee.org
http://www.geocities.com/Athens/3020
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From: Bruno CAUDANA
Date: Friday, December 01, 2000 6:48 PM
To: Lista di amici
Subject: Re: L'informazione online ha i giorni contati (???)
Ho provato a guardare meglio l'iniziativa per obbligare ad avere la patente per pubblicare in rete [http://www.peacelink.it/censura/] e [http://www.odg.mi.it/diffamz4.htm].
Tecnicamente continuo a pensare che sia impraticabile il tentativo di imbavagliare la rete [vedi allegato con elenco di motivi tecnici].
Giuridicamente è possibile che si facciano qua e là delle leggi punitive nei confronti di autori in rete (con l'estensione del concetto di diffamazione a mezzo stampa, con le deontologie degli ordini, ecc.). Non so dire quale efficacia possano avere. Personalmente sono ostile a qualunque iniziativa del genere.
Comunque, questa ansia a regolamentare e proibire, a mio parere, è una delle conseguenze di una cultura che pretende garanti ovunque: garanti della verità, garanti del valore, garanti dell'ordine, garanti della privacy, garanti del diritto d'autore, garanti della pace, garanti contro la tossicodipendenza, garanti della sopravvivenza, ecc.
Per quanto riesco a capire, il desiderio di avere garanzie, garanti e tutele è in contrasto con quella di avere libertà. Una garanzia costa libertà. Una grande libertà di espressione si ha con il voto segreto e anonimo, e tale è stato voluto per motivi di libertà. Sarà un caso? Naturalmente c'è chi si è subito preoccupato di produrre organizzazioni del consenso. Dobbiamo darci all'anonimato per salvaguardarci dal meccanismo della tutela? Facciamolo.
Tendenzialmente io preferisco avere libertà che avere garanzie. Inoltre ritengo che sia compito di ciascuno attrezzarsi come meglio crede per imparare a "leggere" informazioni non garantite, cioè sia compito di ciascuno di imparare ad usare la propria testa. Se uno non lo fa, s'arrangi.
Ma mi trovo in una minima minoranza che pensa così. La maggior parte è sempre lì a pietire garanzie, tutele e marchi di autenticità. Io ne diffido.
Secondo la discriminate di Bobbio, privilegiando la libertà a scapito dell'uguaglianza io sarei di destra. Secondo una visione ecclesiale totalizzante (cristiana, marxista, nazional-socialista, ecc.) io sarei un pericoloso elemento antisociale. Who cares? (Tradotto: chi se ne frega). E che i vari proibizionisti, protezionisti, tutori e garanti autorizzati vadano a farsi fottere. Non voglio vivere insieme a gente che aspira ad organizzare il mondo in forma di comunità terapeutica. Che si guariscano tra loro, se gli piace.
P.S.: Il mio pensiero è liberamente distribuibile e, per ora, non è ancora anonimo e clandestino.
Ciao. BC.
--
Bruno CAUDANA
b.caudana@ieee.org
http://www.geocities.com/Athens/3020
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From: Carlo Gubitosa
Date: Saturday, December 03, 1994 9:55 PM
To: pck-pcknews@peacelink.it
Subject: Aggiornamenti appello
A tutti gli aderenti all' Appello per la liberta' di espressione, di comunicazione e di informazione [http://www.peacelink.it/censura] Vi comunichiamo i seguenti aggiornamenti sulla situazione.
1. MANCANZA DI INFORMAZIONI
La questione centrale dell'appello diffuso dall'Associazione PeaceLink riguarda l'obbligo di registrazione e di assegnazione di un direttore responsabile, un obbligo che riguardera' anche tutte le associazioni, i gruppi di volontariato e gli organismi no-profit che diffondono informazioni in rete e che verranno di fatto equiparati a testate giornalistiche.
L'introduzione di questo obbligo nasce da una proposta presentata al Ministro Fassino da Franco Abruzzo, presidente dell'Ordine dei Giornalisti della Lombardia.
Di questa proposta NON SI HA NESSUNA NOTIZIA, SE NON PER QUANTO E' STATO AFFERMATO DALLO STESSO ABRUZZO.
All'interno dei siti istituzionali (www.parlamento.it in testa a tutti) non e' disponibile nessun tipo di informazione in merito a questa proposta. Stando alle affermazioni di Abruzzo, tutte le novita' in merito alla registrazione dei siti Web dovrebbero essere introdotte sotto forma di emendamenti alla proposta di legge n. 7292/2000, presentata dal deputato ANEDDA.
Nonostante la carenza di informazioni "ufficiali" questo orientamento politico e' stato confermato personalmente dallo stesso Franco Abruzzo nel corso di una intervista telefonica rilasciata a Radio Onda d'Urto di Brescia il 30/11. In questa intervista Abruzzo ha confermato che se dovessero andare in porto le modifiche alla legge sulla stampa concordate con il ministro Fassino tutti i siti che diffondono informazione in maniera continuativa verranno equiparate a testate giornalistiche, con il conseguente obbligo di registrazione.
Un'altra conferma viene da un articolo pubblicato sulla versione elettronica del settimanale "L'Espresso" <www.espresso.it>. In questo articolo vengono riportate due inquietanti dichiarazioni rilasciate dal solito Franco Abruzzo:
«Queste misure, in realtà, sono già operative, ma verranno sancite dalla nuova legge. Non importa se sono associazioni o società: chi produce notizie deve rispettare le regole».
«Non si tratta di oscuramento», dice Abruzzo «non siamo censori di nessuno. Abbiamo soltanto voluto riaffermare i principi che regolano il mondo dell'informazione applicate alle nuove tecnologie».
A questo punto, indipendentemente dalla natura dei provvedimenti che stanno per essere approvati, e' quantomeno inquietante che un dibattito delicato come quello che riguarda l'assetto dell'informazione nel nostro paese, venga confinato al dialogo privato tra il rappresentante di una categoria lavorativa e il Ministro della Giustizia. Anche se Abruzzo e Fassino stessero per approvare un provvedimento giusto e legittimo, non e' giusto ne' democratico che di questa approvazione non ci siano tracce nei luoghi ufficialmente preposti alla pubblica documentazione delle attivita' istituzionali.
Non e' tollerabile che un cittadino qualunque debba imbattersi casualmente nel sito di PeaceLink per trovare informazioni che dovrebbero essere fornite alla luce del sole dal governo, dall'Ordine dei Giornalisti o dalla Federazione Nazionale della Stampa.
AVVISO IMPORTANTE: Chiunque possa fornire informazioni utili in merito a quanto sta accadendo dietro le quinte per l'introduzione dell'obbligo di registrazione per i siti web e' caldamente invitato a mettersi in contatto con l'associazione PeaceLink scrivendo a info@peacelink.it oppure telefonando allo 0349/2258342.
2. MOBILITAZIONE
Molte persone ci hanno chiesto cosa fare, come comportarsi e come reagire a questa minaccia della liberta' di espressione. Chi gestisce un sito internet puo' aggiungere alle sue pagine il "banner" presente all'indirizzo http://www.peacelink.it/censura - si tratta di una immagine da applicare facilmente alle proprie pagine web per aderire anche visivamente e graficamente al nostro appello. Chi non ha la fortuna di poter pubblicare informazioni su pagine internet puo' impegnarsi per inoltrare il nostro appello attraverso la posta elettronica, o per farlo uscire dalla rete stampandolo e fotocopiandolo su volantini da affiggere all'interno delle sedi dei partiti, delle associazioni e dei sindacati.
Un altro aiuto prezioso e' la SEGNALAZIONE DI TUTTI GLI ARTICOLI pubblicati su riviste, quotidiani e siti internet in merito al nostro appello e alle nostre iniziative. Anche queste segnalazioni possono essere inoltrate all'indirizzo di posta elettronica info@peacelink.it o attraverso il numero telefonico 0349/2258342.
3. I NOSTRI MULINI A VENTO
Molte persone che ci hanno scritto per aderire all'appello ci hanno fatto notare come non sia poi il caso di prendersela tanto, dal momento che nel caso venissero approvate le norme restrittive che stiamo cercando di evitare sarebbe facilissimo trasferire il nostro sito web e quello di tutti gli altri organismi no-profit in un paese dove non sarebbero soggetti alle leggi italiane. Questa soluzione per noi e' inaccettabile, e rappresenterebbe una gravissima sconfitta per la nostra democrazia.
Non ci basta la tranquillita' di poter proseguire comunque le nostre attivita' su un server francese, thailandese o australiano. Quello che cerchiamo di affermare e' il diritto degli italiani a fare informazione in Italia senza la presenza di ostacoli burocratici o legislativi contrari alla liberta' sancita dall'articolo 21 della Costituzione.
Qualcuno potra' pensare che si tratta di una lotta contro i mulini a vento, ma noi siamo convinti che si tratta di ben altro. Il fatto che la rete offra la possibilita' di aggirare la censura dei singoli paesi non deve essere una scusa per chiudere gli occhi davanti alle forme di censura piu' o meno palesi che vengono praticate in Italia. Non a caso nel nostro appello abbiamo citato tra le varie forme di censura anche quella praticata dalle leggi di mercato a danno dei piccoli editori, delle riviste indipendenti e di tutti i soggetti informativi che, pur forti sul piano dei contenuti, non riescono ad avere la forza economica necessaria per sopravvivere.
4. LA DIMENSIONE INTERNAZIONALE
Nei prossimi giorni al solito indirizzo - www.peacelink.it/censura - verra' pubblicata anche una versione in lingua inglese del nostro appello, per raggiungere anche al di fuori dei nostri confini tutti i soggetti e le organizzazioni che lottano per affermare anche in rete il diritto alla liberta' di espressione, di comunicazione e di informazione.
Tra pochi giorni tutti coloro che vogliono sostenere le nostre attivita' potranno farlo anche prelevando liberamente la versione in lingua inglese del nostro appello, da inviare ad amici, gruppi e associazioni che non parlano l'italiano. Nel caso qualcuno riceva delle adesioni direttamente in risposta al proprio messaggio, e' pregato di inoltrarle all'indirizzo info@peacelink.it
Per finire vorremmo ringraziare tutte le persone che hanno aderito al nostro appello, trasmettendoci oltre alla loro semplice adesione anche la loro rabbia e la loro indignazione di fronte a quello che sta per accadere.
Per l'Associazione Peacelink
Carlo Gubitosa
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From: Bruno CAUDANA
Date: Monday, December 04, 2000 12:59 AM
To: Carlo Gubitosa
Subject: CONTRO LA CENSURA !!!
CONTRO LA CENSURA !!!
Carlo Gubitosa [www.peacelink.it/censura] scrive:
> Molte persone che ci hanno scritto per aderire all'appello ci hanno fatto
> notare come non sia poi il caso di prendersela tanto, dal momento che nel
> caso venissero approvate le norme restrittive che stiamo cercando di
> evitare sarebbe facilissimo trasferire il nostro sito web e quello di tutti
> gli altri organismi no-profit in un paese dove non sarebbero soggetti alle
> leggi italiane. Questa soluzione per noi e' inaccettabile, e
> rappresenterebbe una gravissima sconfitta per la nostra democrazia.
>
> Non ci basta la tranquillita' di poter proseguire comunque le nostre
> attivita' su un server francese, thailandese o australiano. Quello che
> cerchiamo di affermare e' il diritto degli italiani a fare informazione in
> Italia senza la presenza di ostacoli burocratici o legislativi contrari
> alla liberta' sancita dall'articolo 21 della Costituzione.
>
> Qualcuno potra' pensare che si tratta di una lotta contro i mulini a vento,
> ma noi siamo convinti che si tratta di ben altro. Il fatto che la rete
> offra la possibilita' di aggirare la censura dei singoli paesi non deve
> essere una scusa per chiudere gli occhi davanti alle forme di censura piu'
> o meno palesi che vengono praticate in Italia. Non a caso nel nostro
> appello abbiamo citato tra le varie forme di censura anche quella praticata
> dalle leggi di mercato a danno dei piccoli editori, delle riviste
> indipendenti e di tutti i soggetti informativi che, pur forti sul piano dei
> contenuti, non riescono ad avere la forza economica necessaria per
> sopravvivere.Va bene la "mobilitazione" se vi fa piacere, ma vorrei sottolineare l'idiozia (prima che la pericolosità) di chi pensa di fare leggi limitative della libertà di espressione sul WEB. Forse il dileggio si addice meglio al caso piuttosto che la "mobilitazione".
Se i governanti/legislatori italiani saranno tanto idioti da voler fare ciò in questo momento, saranno semplicemente sbeffeggiati dai fatti, probabilmente.
L'idiozia di tentare un imbavagliamento della rete deriva dalla sostanziale ingovernabilità tecnica della rete stessa.
Il che è anche la miglior garanzia alla libertà di espressione. Vorrei che ci si adoperasse per mantenere questa ingovernabilità sul piano della tecnica dei mezzi (protocolli che facilitino l'anonimato e rendano difficile l'oscuramento, uso spregiudicato dei mezzi, ecc.), se quello che si vuole è la libertà di espressione. Cercare di mantenerla sul piano giuridico e dei principi può produrre santi martiri e anime belle, ma è del tutto inefficace, a mio parere. Agire secondo il vecchio detto "Si vis pacem para bellum" mi sembra più efficace.
La libertà di espressione in rete c'è perché il mezzo Internet è nato ingovernabile (e resistente all'oscuramento di nodi) in seguito ad uno specifico requisito militare alle sue origini, non perché una qualche autorità costituita volesse regalare libertà di espressione in ossequio a qualche fantomatico diritto naturale alla libertà di espressione.
Voglio far notare che una minaccia per la libertà di espressione è insita nel sollecitare garanzie e protezioni, compresa la protezione da quella che voi chiamate "censura di mercato". Per esempio: sollecitare protezioni del diritto d'autore implica delegare ad una autorità il controllo di ciò che si mette in rete. Sollecitare l'oscuramento di siti a contenuto pornografico o inneggianti al nazismo implica accettare la delega ad una autorità che controlla il contenuto. In generale, sollecitare garanzie costa libertà.
Mi piacerebbe che si riflettesse su questo, quando si sollecitano misure giuridiche di controllo su quello che gli altri dicono e che non ci piace. Potrebbe ritorcersi contro quello che a ciascuno di noi piace dire.
Infine, quello che intendete con "censura di mercato" è una frase fatta senza senso. Fate attenzione a quello che dite, se volete rivendicare libertà di espressione. Libertà di espressione non vuol dire garanzia di ascolto e approvazione. Se uno dice cose che non interessano, non può prendersela di essere ignorato. Se no è come pretendere la tutela di una autorità degli "aventi giusto pensiero", del tutto simile ad un ordine dei giornalisti che garantisce e tutela una informazione "di qualità".
Trovo contradditorio voler conciliare l'esercizio della libertà con la pretesa di veder riconosciuti presunti Valori anche da chi non li ritiene tali.
Saluti.
--
Bruno CAUDANA
b.caudana@ieee.org
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From: Carlo Gubitosa
Date: Sunday, December 04, 1994 2:26 AM
To: Bruno CAUDANA
Subject: Re: Aggiornamenti appello
>Trovo contradditorio voler conciliare l'esercizio della libertà con la
>pretesa di veder riconosciuti presunti Valori anche da chi non li ritiene
>tali.Mi scuso se il nostro messaggio poteva far credere che la nostra associazione vuole far riconoscere forzatamente alcuni valori o addirittura imporli. Quello che abbiamo voluto chiarire e' semplicemente lo spirito con cui abbiamo intrapreso questa iniziativa. Aderire al nostro appello non significa necessariamente aderire alla nostra visione delle cose, ma cio' nonostante ci teniamo ad essere il piu' chiari e trasparenti possibile in merito alle nostre intenzioni o posizioni.
La ringrazio ancora e le auguro buon lavoro.
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From: Bruno CAUDANA
Date: Monday, December 04, 2000 11:28 AM
To: Carlo Gubitosa
Subject: PRECISAZIONE
La mia era una considerazione di carattere generale e non necessariamente rivolta a voi. Volevo solo far notare che è difficile conciliare tutele di valori e libertà. Le due cose purtroppo confliggono, indipendentemente dai desideri di ciascuno di noi.
A mio parere è un problema filosofico troppo sottovalutato e a cui io non so trovare vie d'uscita convincenti.
Questo non vuol dire che i valori che preferisco coincidano con l'ideologia nazista. Anzi ne sono molto e profondamente distanti.
Saluti, e speriamo che la questione che ci sta a cuore si risolva nel solito flop italico.
--
Bruno CAUDANA
b.caudana@ieee.org
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From: lorenzo matteoli <matteoli@iinet.net.au>
Date: Mon, 04 Dec 2000 09:50:54 +0800
To: amici
Subject: Censura in rete
Cari amici! andate a vedere le belle idee del ministro Fassino sullo strangolamento della liberta' di espressione sul web:
http://www.peacelink.it/censura
Chi ha paura dell'informazione? Solo chi vuole imporre la sua. Se la polemica di Berlusconi contro i comunisti e' "datata" anche Fassino non sembra cresciuto molto oltre i metodi appresi da Scoccimarro/Togliatti!!
Ciao.
Lorenzo Matteoli
http://iinet.net.au/~matteoli/dossierpraxi.html
http://iinet.net.au/~matteoli/Crude&dangerous.html
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From: Anonimo
Date:
To:
Subject: TURINFICTION. (A proposito di dossierpraxi)
<[NDR] La vicenda è ambientata alla corte Sabauda tra il 1785 e il 1800. Ma vi sono forti ragioni di pensare che si tratti di opera di pura finzione letteraria, atta a screditare personaggi influenti dell'epoca. Ogni riferimento a fatti, persone o enti realmente esistite o tutt'ora superstiti è da ritenersi inaffidabile e destituito di ogni fondamento. Questo esercizio letterario è riportato qui unicamente per mostrare cosa un WEB censurato potrebbe impedire di mostrare. Si noti la cautela con cui si muove l'anonimo autore, indice del clima di intimidazione presente all'epoca dei fatti. Noi non accetteremmo più un simile assoggettamento, oggi>
Praxificassiun turineisa ovvero cosa c'entra Legnano
Nervosismo, incazzature, riunioni d'emergenza, damage control, top secret, telefonate di fuoco. Non se ne parla nemmeno, non era cosi' che ci eravamo intesi, anzi non c'eravamo proprio intesi. Guardi Assessore non so cosa farci: ci sono dei limiti oltre i quali non si puo' andare. Lo spieghi lei al sindaco: i numeri sbagliati ci possono mandare tutti in galera! E sa cosa ci faccio io con i suoi limiti?
I vertici San Paolo, Praxi, Juventus, Citta' di Torino sono sotto pressione. Il poverello responsabile delle svalutazioni Continassa e Stadio delle Alpi e' in stato comatoso, la carriera dal culo. Il suo superiore e capo e' verdeviola, i managers smanagerano, i fax faxano, gli emails emailano, le segretarie sussurrano e muovono le chiappe, i juniors giubilano. I funzionari comunali godono: mi l'avia dilu. Sul viso compunzione massima. Si Assessore, no Assessore, si signor Sindaco, no signor Sindaco. Il sindaco grassottello sindaca con aria paffutasaputa e convoca Carpanini che arriva baffutopaffutosaputo . Le moquettes degli uffici sardanapalici attutiscono e smorzano quello che possono. Chi ha filtrato il documento a Matteoli paghera' caro. Matteoli ci ha fatto un piacere, cretino! cerca di capirlo: questa poteva essere una fogna imperiale!
Gli ordini sono feroci: chi l'ha fatta la ricopra, aggiustate questa stronzata dice il Capo senza molti riguardi, se no sono cazzi acidissimi. Gnune bale. Ripete letteralmente le parole appena sentite al telefono da persona amica e vicina a persona amica, vicina a persona amica, vicina a persona che a Torino non ammette obiezioni. Il gesto con il quale accompagna le parole non lascia dubbi.
Il problema e' grave perche' se si cambia il documento presentato ci si smerda mentre invece se non si cambia ci si smerda.
Per cambiarlo si potrebbe anche cambiare: la Stampa coprira' qualunque voltafaccia basta telefonare e tutto si sistema. Anche loro hanno un ordine preciso sullo Stadio. Quale ordine? Non fare domande idiote. Non leggi il giornale? Si lo leggo ma non c'era niente sullo stadio. Appunto
Il guaio e' che correggere l'errore marchiano dell'assunzione Roscelliana (60 miliardi valore convenzionale dello Stadio) vuol dire smentire il prof. Riccardo Roscelli, Rick La Volpe, Consigliere del San Paolo e Rettore Magnifico in pectore del Politecnico di Torino. Il Grande Cambiatore di Idee. Ex liberale giovanile, trinariciuto del Pci, uomo di panza del PdS, punta di diamante dei DS Torinesi e, soprattutto, protegee di Salza e adesso piacione della nuova borghesia illuminata torinese. I reazionari di sinistra. Immagine esatta dell'ultima pagina della Fattoria degli Animali di Orwell. Impensabile. Se Roscelli e' un piacione io sono Gregory Peck. E' meno rischioso offendere Roscelli o costruire una solida impugnativa della Corte dei Conti con possibile risvolto penale? Cazzi vostri. Che cazzi nostri? Cazzi tuoi Ma la Corte dei Conti non si potrebbe ?? Non ci pensare nemmeno. Telefoniamo a Salza Lascia perdere, Salza ti manda a cagare prima ancora che tu alzi il telefono. Anzi manda a cagare il telefono. Salza vuole soluzioni non problemi. Allora non si doveva scegliere Roscelli.
Adesso telefono a Perone e vediamo un po'. Lascia perdere Perdone che conta come il due di picche, e poteva almeno tacere invece di sparare minchiate, come apre bocca si inguaia, telefona al Castellani o, meglio al Corsico: e' lui che controlla tutto, gli altri balbettano. Anche Corsico quando si accorge che le cose vanno storte si confonde: e' figo sullo smarketing urbano e sulle foto della cronaca Torinese, ma solo li. Bisogna sentire Chiusano, magari lui ci sa consigliare, Chiusano ha detto che non vuole problemi: vuole soluzioni. Avra' parlato a Salza. Meglio lasciarlo stare. Prova a telefonare a Pippo Baudo. Non fare il cretino e non leggere robaccia sul web. Non ho capito cosa c'entra Pippo Baudo: chissa cosa c'e' dietro. Era un esempio paradossale, scemo. Paradossale mica tanto Non telefonare da qui pero': non si sa mai, l'ultima cosa che vogliamo e' che venga fuori un collegamento diretto tra noi e quelli la' .gia' ma in qualche modo dovremo consultarli. Li abbiamo gia' consultati troppo. Non dire cazzate.
Questo stronzo di Matteoli non potrebbe farsi i cazzi suoi e smettere di rompere i coglioni? Non potete tirare fuori qualcosa su di lui che lo faccia stare zitto, magari per sempre? Non ha cadaveri nell'armadio, squeaky clean, li ha sempre fregati tutti proprio perche' era pulito come un fischietto. In Australia e' difficile organizzare pacchi. Non si e' mai capito se fosse intelligente o scemo come un paracarro. Si muove sempre che sembra scemo e poi ti acccorgi che non si fa incastrare: deve avere un avvocato che lo assiste parola per parola Piu' lo pesti e piu' strilla per quello non bisogna mai rispondergli. Hai visto il povero Boffano che per colpa sua ha perso il posto. Boffano si e' cercato le sue grane e le ha trovate. E' sempre stato un po' tardo. I ritardati non devono essere arroganti. Anche Perdone. E poi non e' Matteoli il problema: il problema e' che per coprire le scemenze di Roscelli abbiamo fatto una cazzata episcopale e Roscelli non potevamo non coprirlo per le ragioni che sappiamo bene. Io non so un cazzo. Tu sai benissimo. Telefona a Roscelli: in fondo chi l'ha fatta la ricopra ed e' lui che l'ha fatta. Inutile, Roscelli non ha nemmeno capito quello che ha fatto con la sua prima perizia e sbrodolerebbe insulsaggini per tre ore senza risolvere il problema. Anche se mettiamo a posto la cagata dei 60 miliardi come aggiustiamo le altre fesserie? Quali fesserie? I costi della manutenzione/gestione che ci siamo inventati gli indici UTE che non abbiamo rispettato il numero di eventi che abbiamo dimezzato .le superficie fondiarie che abbiamo ignorato Chi e' lo stronzo che ha infilato tutte queste cazzate? Poveretto lascialo perdere: ha eseguito gli ordini che dicevano non una lira in piu' di 35 miliardi inventa il cazzo che ti pare, arrangiati, ma quello e' il numero che deve comparire nell'ultima riga dell'ultima pagina. La linea del bottone come dicono gli Americani. Chissa' cosa c'entrano i bottoni. Bottom line imbecille, vuole dire la linea in fondo alla pagina. I bottoni non c'entrano un cazzo. Si, ma Il si va bene, il ma te lo ficchi in quel posto. Vada: vogliamo soluzioni e i problemi non ci interessano. Si guadagni il fottuto stipendio. Cosa cazzo li paghiamo a fare questi ragionieri di merda
Ci avevano detto che era un gelato di crema, che tutto era in discesa, che bastava scrivere un documento del cazzo qualunque, loro lo approvavano ed era finita li', nessuno lo avrebbe nemmeno letto. Chi ha detto queste scemenze? Lo sai meglio di me Chi ha mandato ill documento a Matteoli Good question! Allora ? Che si fa? Se chiedessimo a Matteoli? Fa tanto il furbo forse questo problemino gli interessa: come salvare la faccia di Roscelli e il culo della Praxi. O la faccia della Praxi e il culo di Roscelli. Telefona a Matteoli che ore sono a Perth? Pronto? May I speak to Mr Matteoli? Scusi professore .avremmo un problemino qui alla Praxi.
Ha detto di telefonare a Pippo Baudo e che comunque Roscelli non e' un problema: spiegategli bene la linea e lui si adegua. Si e' adeguato al PCI al PdS ai DS: e' un abile adeguatore. Facciamo cosi'. Telefona a Roscelli e spiegagli che deve cambiare idea. Ha detto che non c'e' problema: le ha sempre cambiate le idee e anche lui ha sempre pensato che i 60 miliardi erano una cazzata, ma gli ordini erano chiarissimi Come faceva a saperlo Matteoli
E se dicessimo che il documento non e' mai esistito? Silenzio, silenzio, silenzio.
Gia'!? Quale documento? si quale documento? Grande figata di idea. Un manager e' sempre un manager. Soluzioni ci vogliono non problemi e soluzioni noi diamo. Voila'!
Non c'e' nessun documento signor Sindaco. Matteoli ha toppato inventandosi un documento che non esiste.
Domani devo dire a Chiusano di andare a cagare: e' ora che qualcuno glielo dica. Facciamoci un drink da Baratti, cosa fai stasera? Stasera? Grande scopata, voglio provare una roba nuova .La giornata sta per finire si spengono i computers, i telefoni sussurrano piacevolemente in silenzio, le moquette sorridono, i managers smanaggiano, le segretarie arrossiscono e muovono le chiappe, il sole ride calando dietro il Resegone. Come disse Clark Gable a Rossella O'Hara: Domani e' un altro giorno. Forse era Humphrey a Ingrid. Boh cosa c'entra Legnano? Gia', cosa c'entra Legnano. Era nel titolo, cretino!
Anonimo Amministrativo
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From: Bruno CAUDANA
Date: Thursday, December 07, 2000 2:14 AM
To: undisclosed-list
Subject: On-Line Information in ITALY May Be IN DANGER
Sorry to disturb you, but please, diffuse this message!
(It seems incredible, but we are always here to fight Internet censorship resurrection attempts.)ON-LINE INFORMATION IN ITALY MAY BE IN DANGER
http://www.peacelink.it/censura/appeal_eng.htm (english version)
http://www.peacelink.it/censura/ (italian version)Whether or not you agree with PeaceLink's points of view, please help them and all of us to keep the Internet an uncensored free speech space.
Please, join PeaceLink's campaign by sending an e-mail to:
info@peacelink.itThanks to all.
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Singoli cittadini che vorranno produrre documenti per Internet, dovranno registrare la propria "testata giornalistica" telematica e individuare un direttore responsabile iscritto all'albo dei giornalisti quale garante delle informazioni pubblicate sul sito.
------------------------------------------------------In questo modo qualsiasi cosa potrà essere messa su Internet SOLO SE UN GIORNALISTA LO AUTORIZZA.
Tutti quelli che producono contenuti per Internet non potrebbero più pubblicare su WEB senza la mediazione di un giornalista! Se questo valesse in tutto il mondo, Internet non esisterebbe e non sarebbe neanche mai potuta nascere.
Io non penso che Internet sarebbe preferibile, se garantita da un meccanismo di cooptazione sacerdotale. Spero che i giornalisti intelligenti e intellettualmente onesti capiscano l'idiozia di questa iniziativa corporativa italiana.
Altrimenti credo si imbarcheranno in una guerra tecnicamente persa in partenza. Infatti ho l'impressione che nessuno abbia la possibilità tecnica di oscurare Internet, se non requisendo l'intera infrastruttura della telefonia e della trasmissione dati. Cosa che fanno quei paesi che vogliono tentare di controllare Internet come l'Afghanistan, l'Iraq, ecc.
Nel passato la comunità tecnica di Internet si è sempre mostrata molto ostile a iniziative di controllo sui contenuti.
http://www.peacelink.it/censura
http://www.geocities.com/Athens/3020/censura.htmPer favore,
DIFFONDETE questo messaggio e
SOTTOSCRIVETE l'appello PeaceLink mandando un messggio a: info@peacelink.itGrazie a tutti.
--
Bruno CAUDANA
b.caudana@ieee.org
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-----Message-----
From: Bruno CAUDANA
Date: Thursday, December 07, 2000 15:20 PM
To: DD of Luxembourg
Subject: Please, do not disturb. My poor brain is already too busy at
thinking
DD of Luxembourg wrote:
> If it's a move to outlaw junk mail, I'm all in favour. Please do not
> send me unsolicited material again.
Dear DD,
I am sorry again to disturb you. It will not happen anymore.
However, this backstairs lobbying does not appear to be a move to outlaw junk mail, for which I would be in favour too, if only one could discriminate junk mail on an "a priori" basis and not as a matter of personal preference. This possibility to discriminate "a priori" the good from the bad is a tough philosophical problem. It is a so tough a problem that on its consequences people used, use and will use to kill each other. It is the ethical root of conflicts. If we had solved it, we would have solved the root of all conflicts. Kant, among others, tried to solve it: outstandingly but unsatisfactorily, as far as I can understand and history shows.
Back to lobbying. However stupid it may seem, this backstairs lobbying appears to be a move to BAN ANY ACTIVITY on the Internet that is not authorised by an enrolled journalist.
In practice, an enrolled journalist, in Italy, is someone that has been
co-opted by another already enrolled journalist after having been his slave for an indefinite amount of time (just to outline the chain of command clear). Moreover, a typical journalist in Italy is someone that fears the Internet as a threat to his role and way of living (there are many exceptions, of course). This is why such a move hardly has a chance to outcome on the official press: because it is already regulated by such a chain of command to be extended to the Internet, according to the move.Just an example. A scientist would have to be authorised by a journalist to do any thing on the Internet, if this move is successful. This is the exact equivalent of putting the science under the jurisdiction of a church. And I do not agree with such practices. I fight them.
This move seems endorsed by the present Minister of Justice of Italy, MP Piero FASSINO (an outstanding member of the former PCI-Communist Party of Italy). In addition, it appears to be a commitment of proposers to spread this initiative to other countries beyond Italy.
I understand that it is always difficult to discriminate junk mail and noise from subtle attacks to the Internet. And I may be wrong in considering this backstairs lobbying or
pre-legal move (whatever it is) a rising threat for the Internet.In addition, the defense of free speech is a matter of personal preference. I understand also that many people disagree with the practice of free speech.
I think that the Internet community should stay alert on this side. A way to stay alert is to keep alive the
e-mail tam-tam communication, however junky and noisy it may be.If you still consider this alert as noise, I apologize again for the inconvenience that this may have caused to you.
Regards.
-- Bruno CAUDANA
b.caudana@ieee.org
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