1. Introduzione
2. Per saperne di più
3. Come scaricare IPD 3.0 direttamente sul proprio computer
4. FAQ: risposte ad alcune delle più comuni domande su IPD 3.0
1. INTRODUZIONE
L’inverse projection (Lee 1974) è una tecnica di ricostruzione aggregativa, che consente, a partire dai dati osservati sulle serie temporali nelle nascite e dei decessi, di stimare le principali misure di mortalità e fecondità di una popolazione.back to INDEXDopo gli importanti risultati ottenuti da Wrigley e Schofield (1981) con la loro ricostruzione aggregativa della popolazione inglese, ed il successivo articolo di Lee (1985), in cui definiva più compiutamente le potenzialità della sua procedura, l’inverse projection ha cominciato a riscuotere ampi consensi e a suscitare vivace interesse (Blum, Bonneuil, Blanchet 1992; Reher, Schofield 1993), diventando una delle tecniche più importanti per l’analisi delle determinanti evolutive delle popolazioni del passato (Del Panta, Rettaroli 1994).
Il dibattito sulle possibilità di applicazione dell’inverse projection in Italia è stato aperto dalla ricostruzione della popolazione della Toscana (1640-1940) effettuata da Breschi (1990). Lo stesso Breschi in vari contributi (1989; 1991) ha sottolineato la semplicità e la flessibilità della procedura che la rendono particolarmente adatta alla situazione italiana. "La grande disponibilità e l’estrema varietà delle informazioni reperibili anche per le epoche passate suggeriscono numerose e facilmente attuabili estensioni della tecnica dell’inverse projection" (Breschi 1989), come ad esempio l’applicazione distinta per sesso, proposta da Breschi nella ricostruzione della Toscana.Un’altra preziosa informazione, spesso disponibile nelle fonti italiane, e non considerata dalla procedura originaria, è l’età alla morte.
Del resto uno dei limiti maggiori dell’inverse projection è proprio il dover ricorrere a modelli standard di mortalità, non sempre adatti alle caratteristiche delle popolazioni del passato, assumendo inoltre variazioni costanti per età.Una risposta a tali limiti è stata suggerita recentemente (Rosina 1993; Rosina, Rossi 1994) e consiste in una estensione della procedura che, tenendo conto di informazioni disponibili sulla distribuzione per età dei decessi, la rende più flessibile nell’adattarsi alle caratteristiche ed alle variazioni di mortalità della popolazione osservata.
IPD è un programma di applicazione automatica dell’inverse projection, in grado di utilizzare le informazioni eventualmente disponibili sul sesso della popolazione e sull’età alla morte. Nel caso in cui non si disponga o non si utilizzino tali ulteriori informazioni la procedura si riduce esattamente a quella base di Lee .
IPD 3.0 è una versione aggiornata di IPD che nasce soprattutto dall’esigenza, da più parti segnalata, di consentire ricostruzioni anche con dettaglio annuale .
2. PER SAPERNE DI PIU'
Lee R. D. (1974), "Estimating Series of Vital Rates and Age Structure from Baptism and Burials: A New Technique, with Applications to Pre-industrial England", Population Studies, 3.
Lee R. D. (1985), "Inverse Projection and Back Projection: A critical Appraisal and Comparative Result for England", Population Studies, 2.
Lee R. D. (1991), Methods and Models in Macro-Demographic History: An Update and Assessment, Seminar on "Old and New Methods in Historical Demography", Palma de Mallorca, 12-15 June 1991.
Breschi M. (1989), "Due tecniche di ricostruzione aggregativa: l’Inverse Projection e la Back Projection", Bollettino di Demografia storica, 8.
Breschi M. (1990), La popolazione della Toscana dal 1640 al 1940. Un'ipotesi di ricostruzione, Università di Firenze, Dipartimento Statistico, Firenze.
Breschi (1991), Aggregative Methods for Recostructing Historical Population: Considerations on Their Use in Italy, Seminar on "Old and New Methods in Historical Demography", Palma de Mallorca, 12-15 June 1991.
Bollettino di Demografia Storica, 21, SIDeS, 1994.
Cliccare qui per andare nella pagina delle pubblicazioni
Rosina A. (1996), IPD 3.0: Applicazione automatica dell'inverse projection differenziata (passo annuale e quinquennale), Rapporti Tecnici/Technical Reports, Dipartimento di Scienze Statistiche, Università degli Studi di Padova.Cliccare qui per scaricare il Rapporto Tecnico (documento Word) sul proprio computer
3. COME SCARICARE IPD 3.0 DIRETTAMENTE SUL PROPRIO COMPUTER
Il file che verrà scaricato si chiama ipd3.zip, e si trova in forma compressa.Per decompattarlo si può usare WinZip o pkunzip [con opzione -d].
Per chi non è molto pratico di queste cose: spesso è sufficiente cliccare sopra il nome del file compresso per far partire automaticamente uno dei programmi di decompattazione.La procedura di decompressione crea dal file ipd3.zip
la directory IPD3 contenente:
ADRIA1.IPD Contiene una applicazione dimostrativa con passo annuale VENETO5.IPD Contiene una applicazione dimostrativa con passo quinquennale ipd3.exe
Programma che fa partire la ricostruzione, (chiedendo in quale directory si trovano i dati da elaborare) ipdedit.exe
Editor, utile per creare i files di input e visualizzare i files di output.
Si può comunque utilizzare qualsiasi altro editor per tali operazionileggi.txt
File di testo, da leggere prima di iniziare ad utilizzare IPD migra.exe
File che viene eseguito da ipd3.exe per il calcolo del saldo migratorio annuale prog.exe
File che viene eseguito da ipd3.exe. Compie le operazioni principali della ricostruzione
Per scaricare ipd3.zip [114Kb] cliccare sopra l'immagine:
Si consiglia di scaricare anche il Rapporto Tecnico che costituisce la guida all'applicazione della versione 3.0.back to INDEX
Il file che varrà scaricato è ipd3doc.zip [33Kb], leggibile, una volta decompresso, come documento Word.
Registrazione ed assistenza tecnica
L'autore apprezza molto se, dopo aver scaricato IPD 3.0, gli spedite una e-mail.
Potete mettere semplicemente come subject (o come testo) della lettera: "registrazione IPD".
Ciò vi permetterà di essere registrati come utilizzatori di IPD e di essere avvisati dell'uscita di nuovo materiale su IPD (sia tecnico che applicativo).
Per la registrazione (e per assistenza, dubbi, suggerimenti) scrivete a:
4. FAQ
(Frequently Asked Questions)
In questa sezione si risponde ad
alcuni quesiti di carattere tecnico posti in varie occasioni da utilizzatori
di IPD 3.0. Le risposte presuppongono una preliminare lettura del
Rapporto Tecnico "IPD 3.0...".
1. Qual'è il modo migliore per costruire i files di input?
I files di input devono essere in formato ASCII (ovvero files di testo).
Per costruirli è sufficiente un qualsiasi Editor.
Con IPD 3.0 viene distribuito "ipdedit", ma si può utilizzare
anche i programmi "Blocco Note" o "Wordpad" di Windows.
Un'altra possibilità, forse ancora più comoda, è
quella di utilizzare un foglio elettronico (Excel o Lotus), e poi salvare
il file creato in formato testo (usando l'opzione "salva con nome" e specificando
come "tipo file" la modalità testo).
Si può utilizzare comunque qualsiasi altro programma, l'importante
è che poi il file creato venga salvato come testo.
Da notare che alcuni programmi impongono che i files salvati come testo
abbiano estensione ".txt" o ".prn", in tal caso bisogna poi rinominarli
per dar loro l'estensione ".dat" propria dei files di input di IPD (ad
esempio "nascite.dat")..
2. Come importare i files di output in Excel?
Il principale file di output è "!tabelle.txt". I risultati sono
organizzati in colonne con il punto e virgola ";" come segno di separazione
(ciò vale comunque anche per gli altri files di output).
Per importare tale file in Excel al momento dell'apertura bisogna specificare
che si tratta di un file di testo (opzione "tipo file") e che il segno
di separazione è il punto e virgola.
Se non si trova il modo di specificare il simbolo di separazione prima
dell'apertura del file: o lo chiede Excel subito dopo, aprendo una opportuna
finestra ("Autocomposizione importa testo"), oppure bisogna effettuare
a posteriori la separazione per colonna utilizzando l'opzione "testo in
colonne" dalla finestra "dati".
Da tener presente che il nome e la collocazione delle opzioni qui menzionate
possono differire tra varie versioni di Excel.
3. Come conviene costruire le classi di decessi nell'applicazione della versione differenziata?
Il consiglio è quantomeno di distinguere tra decessi nel primo
anno di vita e decessi alle età successive. Ciò perché
spesso la mortalità infantile si discosta dall’andamento generale
delle classi d’età adulte, sia in termini di livello (come ad esempio
nel Veneto storico, dove rispetto ai modelli tipo, si osserva una mortalità
infantile molto elevata ed una mortalità adulta relativamente moderata)
sia in termini di evoluzione temporale.
Se le informazioni disponibili sono tali da poter formare tre classi
di decessi per età, si consiglia di formarle nel seguente modo:
0-1, 1-15, 15 ed oltre. Ciò permette di distinguere tra mortalità
giovanile e mortalità alle età adulte.
Si sconsiglia in generale di scendere ad un dettaglio maggiore (più
di tre classi di decessi) almeno che i dati a disposizione non siano effettivamente
molto accurati. L'esperienza evidenzia comunque che il guadagno in termini
di precisione delle stime lo si ottiene soprattutto distinguendo tra mortalità
infantile ed adulta. Rilevante può essere anche il tener conto della
mortalità giovanile, invece trascurabile (e problematico se i dati
non sono veramente accurati) il vantaggio di considerare separatamente
i decessi degli anziani dai decessi degli adulti.
4. Come conviene utilizzare i risultati forniti dalla versione differenziata sulla struttura della mortalità per età?
Supponiamo di aver eseguito la ricostruzione della nostra popolazione utilizzando i dati sui decessi distinti nelle seguenti tre classi d'età: 0-1, 1-15, 15 ed oltre. Ciò significa che la stima della speranza di vita alla nascita deriva dalla combinazione di tre distinti livelli di mortalità, che possono essere opportunamente sintetizzati dalle seguenti misure (probabilità prospettive di sopravvivenza):
S0-1 = L1 / l0 ; S1-15 = L15 / L1 ; S15-50 = L50 / L15 .
essendo Lx ed lx le note funzioni della tavola di
mortalità.
La probabilità di sopravvivere dalla nascita fino ai 50 anni
può quindi essere ottenuta come prodotto di tali tre misure, che
rappresentano le tre fasi fondamentali della vita di un individuo: età
infantile, età giovanile-formativa, età adulta-riproduttiva:
S0-50 = S0-1 · S1-15 · S15-50 = (L1 / l0 ) · ( L15 / L1 ) · ( L50 / L15 ) = L50 / l0 .
Può essere allora conveniente costruire un grafico che contenga
le curve dei valori di S0-1, S1-15, S15-50 in modo da rappresentare
l'evoluzione differenziata della mortalità in tali tre grandi classi
di età.
Il calcolo di tali probabilità prospettive di sopravvivenza
può essere effettuato a partire dalle probabilità prospettive
di morte riportate anno per anno nel file "!pop.txt". E' comunque intenzione
nella prossima versione di IPD di far produrre direttamente al programma
come output le probabilità prospettive di sopravvivenza corrispondenti
a tali tre grandi classi d'età.
5. Può accadere che IPD fornisca probabilità negative o superiori all'unità?
Sì, è possibile, ed in tal caso la procedura si ferma
e lo segnala con un messaggio di errore. Ciò può verificarsi
nel caso di incompatibilità tra le serie di nascite e decessi, i
dati utilizzati sull'ammontare della popolazione, ed i modelli adottati.
Con la procedura originaria di Lee (ovvero non imponendo vincoli sui
decessi per età) ciò succede molto raramente (bisogna che
ci siano errori di grande entità nei dati di base e/o incongruenze
macroscopiche tra dati e modelli). Per tale motivo la proceura di Lee richiede
una attenta valutazione preliminare della qualità dei dati di base
ed una adeguata scelta dei modelli, per non rischiare di ottenere risultati
verosimili da dati fallaci.
Più rigorosa (o rigida, dipende dai punti di vista) si rivela
invece la versione differenziata.L'utilizzazione dell’informazione aggiuntiva
sui decessi per età limita soprattutto le scelte sulla struttura
per età della popolazione iniziale da adottare e richiede più
precisione nei dati sull'ammontare della popolazione (si veda a tal proposito
il Rapporto Tecnico "IPD 3.0...", paragrafo 2.3).
L'esperienza ha comunque evidenziato che la distinzione tra mortalità
infantile, giovanile e adulta non aumenta in modo rilevante la rigidità
della procedura rispetto alla versione originaria di Lee. Molto rigida
diventa invece se si impongono vincoli sui decessi alle età anziane.
6. Cosa significa il seguente strano messaggio di errore ottenuto durante una applicazione di IPD 3.0?
Errore DOS in "Calcolo migrazioni":
Formato numerico non valido in MIGRAZ.
7. IPD 3.0 consente di ricostruire
la popolazione per un periodo non superiore ai 150 anni.
Come fare se invece si desidera
ricostruire periodi più lunghi?
In tal caso si possono effettuare due distinte applicazioni. Ad esempio,
nel caso della popolazione di Venezia, ricostruita dal 1633 al 1797, ho
proceduto nel seguente modo. Con una prima applicazione ho ricostruito
la popolazione dal 1633 al 1696, con la seconda dal 1697 al 1797. Come
distribuzione della popolazione iniziale della seconda applicazione (inizio
anno 1697) ho utilizzato la distribuzione finale stimata dalla prima ricostruzione
(fine anno 1696) riportata in coda al file "!pop.txt".
8. Quando sarà pronta la nuova versione di IPD?
Probabilmente prima della fine di questo millennio.
Nel frattempo chiunque abbia idee, suggerimenti, proposte, e quant'altro
per migliorare il programma, è pregato di segnalarle.
Altre domande? Scrivi a: rosina@archimedia.it