Sei un ribelle? ...Ti "curiamo" in manicomio!
Attenzione: La strada del Gulag è aperta!
Giustizia "democratica" e rieducazione psichiatrica del disenso politico
Michael Medini ne aveva combinate troppe per sperare di invecchiare serenamente: animatore delle proteste del LIFE (lŽassociazione degli imprenditori antistatalisti), artefice di clamorose proteste contro lŽarroganza delle Procure e del loro "teppismo togato", pubblico sostenitore dei "Serenissimi" di S. Marco, aveva finito con lŽurtare anche i più intoccabili santuari del potere economico transnazionale ideando una "Banca Federale Padana" che, benché molto virtuale quanto a realizzazione concreta, realizzava un principio economico antimonetarista i cui presupposti ideologici sfuggivano allo stesso fondatore (man no agli sgherri del sistema poliziesco ed usurocratico...) proveniendo da "molto lontano": lŽidea una moneta ancorata non sul valore virtuale del dollaro o delle Borse internazionali, bensi sulla "forza lavoro" reale deriva direttamente dalle idee economiche di Ezra Pound.
Quando le prime lire padane - discendenti incoscienti della moneta trasgressiva ideata dal grande poeta - cominciarono a circolare in terra friulana e veneta incrinando, seppur di poco, il potere economico delle grandi centrali usuraie bancarie, quando queste poche banconote con lŽeffigie del campanile di S. Marco cominciarono a circolare fra operai, artigiani e piccoli commercianti delle terre venete, il regime degli ascari italiani del potere mondialista, decise che era ora di farla finita con quellŽeversore di Michael Medini. Detto fatto: dopo lunghe provocazioni covate negli angiporti delle Procure, delle Caserme dei carabinieri e dei nuclei speciali delle polizia di Stato, scatta lŽincarcerazione del dissidente padano. Incarcerato come pericoloso criminale e rinviato a giudizio con le micidiali accuse di incendio, uso e porto de armi da guerra. Nessun elemento collega il piccolo ed ingegnoso ideatore della moneta "antimonetarista" ad un modestissimo incendio che ha causato alcune bruciature sulle pareti di un instituto bancario della bassa friulana.
Così hanno ragionato gli sgherri di stato per cercare un pretesto per togliere di mezzo un ribelle irreducibile che aveva osato attaccare i feticci della repubblica: magistratura ed instituzioni bancarie. Ma lŽarroganza di stato si manifesta nella stessa ordinanza che ha incarcerato il piccolo barista friulano: esso è stato incarcerato in quanto "manifesta ostilità verso le Istituzioni" (con la Maiuscola - sic!). Nessuno nella sonnolenta e conformista terra friulana si accorge dellŽodor di Gulag e di Inquisizione insita in una ordinanza che sbatte in galera un cittadino senza prove, solo sulla base della "ostilità verso le Istituzioni". Nessuno si avvede che dietro questo agghiacciante atto di prevaricazione giudiziaria si sentono i passi del Potere Mondialista dello Stato Unico di Orwell e della dittatura usuraia planetaria. In Procura, a Pordenone, si brinda per la felice operazione di polizia che ha portato a tappare la bocca ad un ribelle irreducibilie. Si brinda e si festeggia indecentemente: "Ad Eleusi han portato puttane / carogne crapulano / ospiti dŽusura" ... Così scriveva propio Ezra Pound.
Medini, reo solo di essere un ribelle "ostile alle Istituzioni", ha toccato il feticcio del vitello dŽoro, lŽIdolo infame dellŽUsura, con la sua banca padana. Ora deve tacere in carcere. Ma ciò non basta: nessuno deve pensare che sia "normale" attaccare giudici e sistema bancario usuraio. Dopo il carcere, al piccolo imprenditore padano si profila lo spettro dellŽaccusa di folia. Ecco conferito il mandato di redigere la perizia psichiatrica che deve screditare per sempre lŽinventore delle lire padane, al dott. Francesco Piani. Il dott. Piani, baciando la mano che gli dà da vivere, dichiara il giovane Medini affetto da "deliri paranoidi della personalità."
Medini é un ribelle dissidente? Odia le Istituzioni? Allora é certamente pazzo. Non cŽé dubbio. Come si può criticare questo sistema, indubbiamente il migliore che possa esistere, dove tutti vivono felici e contenti? EŽevidente che Medini soffre di "deliri paranoidi della personalità". Il dottore conclude la sua perizia così: "Non vi sono dubbi riguardo alla disgnosi di disturbo delirante in un quadro di disturbo paranoide della personalità." LŽultimo chiodo sulla croce del ribelle padano é così conficcato.
Quali sono i "disturbi deliranti" che fanno ritenere lo sfortunato ribelle padano un "pazzo pericoloso"? Con agghiacciante sicumera il Piani li indica alla pubblica esecrazione e ad ammonimento futuro per tutti i ribelli: il Medini é ritenuto affeto da "deliri" in quanto:
1) ritiene di essere vittima di una persecuzione politica (quando mai!)
2) ritiene che "i magistrati siano corroti"
3) ritiene che "i pubblici funzionari siano parziali"
Avvete capito? Tutti voi che credete in queste realtà siete tutti "pazzi pericolosi"!
Solo un pazzo può credere che in Italia la magistratura faccia repressione politica, solo un pazzo può credere che i magistrati possano essere corroti (i casi di corruzione giudiziaria sono evidentemente frutto di fantasie; i giornali che parlano di queste cose non esistono, ce li siamo inventati nel "delirio"); solo un pazzo può credere che funzionari dello stato italiano siano "parziali".
Circa il 50% degli Italiani pensa queste cose ed evidentemente per la magistratura podenonese sono tutti "pazzi da legare". In futuro lŽItalia sarà un immenso Gulag, se i Purgato e i Piani troveranno altri emuli. Ma cŽé di più: lŽillustre sanitario dott. Piani ci spiega anche como trattare siffatti pazzi pericolosi: "Si tratta di una condizione da trattare in senso psichiatrico con opportuni mezzi terapeutici." Chiaro, no?
Ma attenzione, questo è propio lŽuso stalinista della psichiatria per distruggere, criminalizzare e destrutturare psicologicamente il dissenso politico. Il fatto é gravissimo e indica la deriva totalitaria e neostalinista presa della magistratura in Italia per annichilire il dissenso. EŽ la scuola di Beria, Stalin e Papalia. La strada del Gulag é aperta.
Edoardo Longo
Indietro: AFP