Segretario di stato di Sua Santità
Signor cardinale,
in questi giorni i mezzi di comunicazione hanno divulgato la notizia che il Vaticano ha perorato presso la camera dei lord d'Inghilterra la causa di Pinochet, invitando il Regno unito a non concedere l'estradizione in Spagna dell'ex dittatore cileno. Richiesta avanzata sulla base di motivazioni umanitarie e in considerazione della salvaguardia della stabilità politica e civile del Cile.
Gli appelli umanitari e ogni tentativo praticato per evitare fratture e spaccature nella vita civile sono sempre giusti in linea di principio. A volte, però, non sono altrettanto opportuni e finiscono per apparire come prese di posizione che fanno pericolosamente inclinare dalla parte sbagliata la bilancia della giustizia e della verità. Non si può dimenticare che in Cile, come troppo spesso in America Latina è accaduto, la democratizzazione del paese che ha fatto seguito agli anni bui della dittatura è avvenuta senza passare per l'accertamento inequivoco delle responsabilità e senza che fossero saldati i conti con la giustizia. Né ci sono garanzie che, se Pinochet facesse ritorno in Cile, lì verrebbe sottoposto a un giusto processo.
Va ancora aggiunto che né la Gran Bretagna, né la Spagna sono regimi antidemocratici che non offrono garanzie di imparzialità giuridica e trattamento umano dei processati.
Perché dunque spezzare una lancia a favore di un ex dittatore? Quando un gesto del genere non può che apparire di parte? Mi viene da pensare che Lei, nunzio apostolico in Cile mentre Pinochet sterminava senza alcun riguardo "umanitario" oppositori del regime e non solo, abbia quasi da ricambiare qualche cortesia al vecchio dittatore. Non ricordo che mi sia mai giunta all'orecchio alcuna Sua perorazione presso Pinochet, in quei frangenti vergognosamente noti della dittatura, in favore delle persone rinchiuse nello stadio di Santiago, dimenticate nelle camere di tortura o fatte sparire per sempre.
Il documento del papa per la giornata della pace di quest'anno inizia dicendo che non c'è pace vera senza il rispetto dei diritti umani. Di tutti gli uomini, reverendissima eminenza, non solo di quei potenti che si dichiarano "cattolicissimi" e hanno in dispregio la vita umana degli "altri".
E allora, o i doicumenti e i pronunciamenti dei vescovi e del papa sono chiacchiere, o la curia romana non è in sintonia con il pontefice, o l'interessamento vaticano per Pinochet è un errore diplomatico che richiede le Sue dimissioni.
Sono un parroco di un minuscolo paese di montagna e so che come ogni cristiano non conto nulla; però, ogni sera, la recita del Magnificat mi ricorda che Dio rovescia i potenti dai troni e innalza gli umili.
In comunione e con filiale franchezza.
Don Vitaliano Della Sala *
*parrocchia San Giacomo Apostolo, Sant'Angelo a Scala (Avellino)