Magic Johnson!

Questo e' il personaggio a cui si riferisce il mio nick!

Il suo ingresso nella NBA nel 1979, a soli vent'anni, ha portato una ventata di freschezza nel campionato. Il suo sorriso, l'esplosione di felicita' dopo un canestro spettacolare o un passaggio irripetibile sono espressioni di entusiasmo, di gioia di giocare, che non si erano mai viste sui campi dei professionisti, dove il basket e' considerato da molti come un lavoro, come la solita' routine quotidiana. "Nella vita di ognuno ", afferma Magic, "esiste un luogo o una situazione in cui ci si sente al massimo delle proprie condizioni fisiche e psicologiche. Nel mio caso e' il rettangolo di gioco il mondo nel quale mi rilasso e mi sento me stesso."
Disse di lui il suo ex compagno Michael Cooper: "E' rimasto la stessa persona di quando indosso' per la prima volta la maglia dei Lakers, estroverso, comunicativo, sempre pronto a sorridere. E' davvero incredibile come sia riuscito a mantenere inalterato l'entusiasmo nel tempo." Ai Lakers, squadra dotata di grossi talenti come Jabbar, Wilkes e Nixon, era proprio necessario un giocatore che creasse una simile atmosfera e che portasse una ventata di rinnovamento. Questa formazione era infatti dotata di grandi tiratori, ma mancava di un gioco collettivo; Magic Johnson ha contagiato tutti con la sua esuberanza e il suo altruismo.
All'inizio della carriera badava molto allo spettacolo. Cercava l'assist a ogni costo, il canestro funambolico. Pur essendo in grado comunque di segnare 30 punti a partita, le prime cose che controlla nel tabellino finale sono gli assist e i rimbalzi. Solo in un secondo momento prende in considerazione la colonna riguardante i punti da lui segnati, e in genere questo risultato e' inferiore al primo.
Ha detto di lui Dick Motta, uno degli allenatori piu' esperti e apprezzati della NBA: "Non e' mai esistito un giocatore della sua classe: e' infatti uno dei pochissimi protagonisti del presente e del passato che non ha bisogno di segnare montagne di punti per far riconoscere che ha giocato una grande partita". Abbastanza limitato nel raggio di tiro, non piu' di 3 o 4 metri dal canestro, puo' dominare una partita con passaggi e rimbalzi. Sono appunto queste sue qualita' a renderlo inimitabile: nessuna guardia della NBA e' in grado, come lui, di prendere il rimbalzo, andare in contropiede e servire un preciso passaggio smarcante al compagno, oppure di concludere lui stesso l'azione.
Il vero nome di Johnson e' Earvin; il soprannome "Magic" gli venne dato da un giornalista, per il suo gioco fantastico, quando era ancora alle scuole medie. Dai compagni di squadra era invece chiamato comunemente "Buck", perche' al suo primo impatto con il mondo dei professionisti si dimostro' forte come un cervo.
Alto oltre 2 metri, questo giocatore di colore rivoluziono' l'intera NBA perche' non si era mai visto un playmaker della sua altezza. Il primo campionato se lo aggiudico' alle scuole medie e, dopo straordinarie esibizioni sui campi universitari, si e' segnalato come l'unico giocatore, nella storia della pallacanestro americana, ad avere vinto nello stesso anno un titolo universitario, e uno professionistico con Michigan State. Fu inoltre eletto matricola dell'anno e, contemporaneamente, miglior giocatore delle finali, in cui disputo' la piu' straordinaria partita della sua a quel tempo giovane carriera e una delle piu' incredibili prestazioni mai registrate nella NBA: la sesta di finale a Philadelphia tra i Sixers e i Lakers. privi di Jabbar, infortunato. Segno' 42 punti, prese 15 rimbalzi ed effettuo' 7 assist e nessuno dei 5 giocatori avversari succedutisi nel marcarlo riusci' a fermarlo.
Dietro il sorriso aperto, il carattere estroverso, si nasconde un Magic Johnson diverso, infatti:"La gente crede che Magic Johnson sia sempre sorrisi e gioia di vivere, che sia un ragazzo sempre felice, che nulla puo' turbare, ma quella e' solamente una piccola parte di me stesso. Ci sono cose che mi danno fastidio, problemi che anch'io come qualsiasi altra persona devo affrontare, come quello della mia privacy. Ogni volta che esco di casa, infatti, la gente vuole stringermi la mano, parlarmi, chiede autografi, mentre anch'io vorrei riuscire a camminare tranquillamente senza essere continuamente assalito. Vorrei avere ogni giorno del tempo da dedicare a me stesso standomene in casa a guardare la TV o anche solamente seduto a pensare. Qualche volta vorrei tenere fede al mio soprannome e RIUSCIRE A SCOMPARIRE."
Queste parole molto significative sono state pronunciate da Magic molto prima di scoprirsi sieropositivo. Questo fatto, insieme a tutto cio' che ha fatto dopo la scoperta, ha contribuito a rendere questo personaggio un mito vivente ed invito tutti quelli che leggeranno queste poche righe a riflettere. Prendete esempio!


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