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The club
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Tessera club
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29/10/06 FAREWELL RED Se ne è andato, Red, ci ha lasciato stanotte, aveva da poco compiuto 89 anni. E’ spirato nella sua amata Washington, che non aveva mai voluto abbandonare, nemmeno quando vinceva titoli e i sigari si sprecavano. Il dolore è grande, per tutti, non solo per chi ha sangue biancoverde nelle vene. Pensavamo fosse immortale il grande Red, era stato male ad inizio anno ma poi tutto si era risolto. Lo continuavamo a vedere, sempre lì, al Garden, impassibile, sicuro, in forma, ad ogni serata speciale. Ogni volta che la sua immagine appariva al palazzo, si scatenava in noi una serie di indescrivibili emozioni, inspiegabili per chi non è un celtico, ma comprensibili: era semplicemente “The Celtics Mistique”, la mistica dei Celtics, Red Auerbach ha reinventato il ruolo di head coach. Non era soltanto un grande tattico, bensì soprattutto un grande motivatore, sapeva capire i punti deboli di ognuno e lavorare proprio su quelli, capiva il carattere di ogni singolo giocatore e si comportava di conseguenza. Sapeva a chi dare responsabilità e chi no. Ma Red ha scritto la storia anche per le sue idee democratiche. Ha saputo sfondare le barriere razziali, ancora presenti nell’America degli anni ’50, scegliendo al draft il primo giocatore Afro-Americano della storia, Chuck Cooper, e nominando il primo allenatore Afro-Americano di sempre, Bill Russell. E come non ricordare l’umiltà di quest’uomo, qualità che lo ha reso ancora più grande. Ad ogni intervista ha sempre sostenuto che è facile vincere quando hai in campo giocatori vincenti: Bob Cousy aveva vinto il titolo NCAA con Holy Cross, KC Jones e Bill Russel due titoli NCAA con University of San Francisco, John Havlicek il titolo NCAA con Ohio State. Ma li aveva scelti lui, ovviamente, perchè sapeva che per vincere non bastano le capacità cestistiche, ma ci vuole carattere, e quegli uomini lo avevano! Naturalmente è stato un grande innovatore anche da un punto di vista tecnico. Ha “creato” Bob Cousy, “The Houdini of the Hardwood”, il prototipo del playmaker creativo e spettacolare. Ha creato la figura del sesto uomo con John “Hondo” Havlicek, ha creato l’asse play-centro, supportato dal giocatore più vincente della storia, Bill Russell, allenatore in campo e uomo di fiducia di Red. I video in cui Red Auerbach spiegava il basket sono stati consegnati alla storia e vengono continuamente proiettati sugli schermi piatti della Hall of Fame di Springfield, per metà dedicata a lui. Ovviamente a lui è intitolato il trofeo di miglior allenatore dell’anno, che lo raffigura seduto su una panchina, con il sigaro acceso, gesto che amava fare dopo una vittoria, ma molto spesso anche prima che la partita fosse finita e che i Celtics avessero effettivamente vinto la gara, scatenando le ire dei giocatori avversari.La stessa scultura, in grandezza naturale, giace dal 1985 nella Faneuill Hall al centro di Boston. Fu messa lì dopo il ritiro simbolico della sua maglia n.2 (la n.1 apparteneva allo storico proprietario Walter Brown che lo assunse su consiglio di alcuni giornalisti locali), in occasione del suo 68esimo compleanno. Accanto ad essa la scultura delle mitiche Converse-All Star di Larry Bird. A Boston dal 1950, Auerbach non aveva mai più abbandonato Beantown ed è stato l’artefice principale di tutti e 16 i titoli vinti dalla squadra biancoverde! Nove titoli vinti da allenatore, sei da GM e uno da Presidente. Da allenatore ha avuto 938 vittorie in regular season e 99 nei playoffs. Anche quando è stato nominato Presidente Onorario, ogni GM che ha occupato gli uffici di Causeway Street, ha sempre chiesto parere a lui, interrogato quasi fosse un oracolo. Non c’è stata una decisione, una scelta, che non sia passata per Auerbach, nemmeno quando il fisico lo aveva orami iniziato a tradire, nonostante una mente sempre lucida e forte. Nella Hall of Fame dal ’68, e stato l’unico nella storia dell’NBA ad aver vinto un titolo di coach dell’anno (’65) e di executive dell’anno (’80). Grande uomo il coach, come semplicemente lo chiamavano tutti. Oltre al diploma in Scienze dell’Educazione e alla laurea nell’intraducibile “Arts of the Education”, ottenuta all’Università di George Washington, ha conseguito ben sette lauree honoris causa. Il suo busto domina maestoso l’ingresso dello Smith Center, sede delle partite interne di GWU. Ha pubblicato anche ben sei libri, il più famoso di tutti è “Basketball for the Player, the Fan and the Coach'', che è stato tradotto in sette lingue ed è il libro sul basket più venduto di sempre. Nel 1985 ha creato una fondazione che porta il suo nome, dedita al recupero di ragazzi difficili e alla diffusione dell’istruzione tra i giovani del New England. Non vederti più al Garden sarà come aver perso con te un pezzetto di cuore. Addio caro vecchio grande Red, hai semplicemente creato un sogno, hai semplicemente fatto del basket NBA un mito, non ti dimenticheremo mai. Vittorio RED AUERBACH STORY | CELTICS.COM TRIBUTE | BOSTON HERALD TRIBUTE| BOSTON GLOBE TRIBUTE 7/05/06 MINI-INTERVISTA A DANNY AINGE! VF: Allora Danny, pensi che Andrea Bargnani possa
essere subito un fattore nella NBA? VF: Credi che ci sia possibilità per i Celtics di
sceglierlo nel Draft? VF: Se i Celtics non potranno sceglierlo, ci sarebbe
la possibilità di effettuare una trade per averlo? VF: Credi che ci sia bisogno di ulteriori scambi per
migliorare i biancoverdi? La partita sta per iniziare, non riteniamo opportuno
disturbare ulteriormente “Angel Face”, che si accomoda in seconda fila, col
fido Wallace al suo fianco, e avvenente signorina afro-americana dall’altro.
Assiste con interesse alla gara, divorando pop-corn, qualche sbadiglio,
estasiato dalle giocate di Greer e Hawkins, meravigliato del baccano fatto
dai tifosi. A fine gara scambio di battute con
Brandon Hunter, ex Celtics ceduto proprio da Ainge un paio di anni fa. 20/2/06 FINAL EIGHT REPORT
27/1/06 COMMENTO SU TRADE 2/5/04 Viaggio a Boston: Report n.1 | Report n.2 | Report n.3 | Photo Gallery 9/4/02 VIAGGIO A BOSTON: REPORT N.1 | REPORT N.2 | PHOTO GALLERY 25/5/01 I draft del passato |