Questa storia e' stata inventata da me (con l'aiuto di mia primogenita Laura) un po' per volta prima della nanna, una sera dopo l'altra. Successivamente ne ho create altre ma questa rimane ancora la preferita da me e dalle mie figlie!
La storia dell'ultimo Drago
C'erano una volta i draghi ... ma oggi non ci sono più.
Questa è la storia del drago Fochino: l'ultimo dei draghi.
Moltissimi anni fa, in un luogo lontano, oggi chiamato Ungheria, esisteva un paese piccolo e felice dal nome Balaton. Tutti vivevano in serenità perché ognuno praticava il proprio lavoro con competenza e soddisfazione.
C'erano tanti personaggi:
il pastore Formaggin che, sapendo parlare con le pecore, riusciva a produrre il latte e il formaggio più buono del mondo;
il fornaio Pancarré che faceva un pane speciale, così morbido che anche i vecchi senza denti potevano mangiarlo;
la sarta Filodoro che, con abilità straordinaria, cuciva per tutto il paese;
il calzolaio mastro Suoletta ci metteva un anno a confezionare un paio di scarpe, però i suoi prodotti erano così resistenti che non si consumavano mai e duravano tutta la vita;
il parroco Don Bottiglia in realtà faceva poco per il paese, ma era lo stesso da tutti benvoluto.
Poi c'era il fabbro Tintin, il boscaiolo D'Accetta, il falegname Novedita e tanti altri tra cui la vecchia Emma Raccontafiabe che era l'idolo di tutti i bambini; ed è proprio da lei che ho saputo di questa storia.
Ma il personaggio più importante della comunità era il sindaco Pan, il maestro di scuola, che possedeva uno straordinario potere taumaturgico: era un vero guaritore, ogni ferita o malattia scompariva al tocco delle sue mani. Egli utilizzava con parsimonia le sue capacità, solo quando lo riteneva assolutamente necessario.
Il sindaco aveva sette figlie: Aurea, Argenta, Bronzina, Smeralda, Giada, Fiammetta e Stellina.
Purtroppo un giorno arrivò in volo il terribile Drago Fochino, facendo una grande ombra che coprì l'intera vallata. L'animale, vecchio e curvo, atterrò davanti agli abitanti intimoriti e gracchiò con la sua voce nasale: "Da ora in poi sarò il vostro Re e voi sarete i miei servi!".
Il drago era grande come una casa e incuteva terrore ma Pan si ribellò immediatamente urlando: "Non ci piegheremo mai!".
"Vedremo!" ghignò Fochino e, prima che si potesse fare qualcosa, agguantò con un'ala le sette sorelle: "Se non te ne andrai immediatamente" minacciò con voce terribile "mangerò le tue figlie una ad una".
Pan, sconfitto, fu esiliato nel Deserto delle Tenebre, dove non giungeva mai il sole. Il drago prese alloggio nel Palazzo del Sindaco, imprigionò le sorelle in uno scantinato buio e umido e si dedicò al compito di rendere infelice il Balaton: gli abitanti furono costretti a servirlo come un Re ed ad eseguire i suoi sgradevoli ordini. Egli mangiava le pecore di Formaggin e il pane di Pancarrè senza dimenticare il vino di Don Bottiglia.
La situazione era insostenibile. Per questo un piccolo gruppo di amici di Pan s'avventurò nel deserto delle tenebre a chiedere aiuto. Pan allora decise, durante il sonno del drago, che s'assopiva solo nelle notti di luna piena, di infrangere il divieto. Giunto nel suo vecchio palazzo riuscì a liberare le figlie e, con il loro aiuto, formò il cerchio magico. Le loro forze unite erano sufficienti ad annullare la malvagità del drago: un solo tocco delle mani di Pan e dal cuore di Fochino sarebbe scomparsa la cattiveria.
Era un'antica magia che molti maghi avevano usato in passato: è facile immaginare che aiuto sia in grado di dare un drago "buono"!
Purtroppo una nube oscurò la luna proprio mentre Pan era vicinissimo e Fochino, con uno scatto, evitò il contatto urlando: "Maledetto, mi hai disobbedito. Ma ora te ne pentirai, ve ne pentirete tutti in paese: da ora in poi ogni notte di luna nuova, se non volete che vi arrostisca tutti, mi porterete un bimbo da mangiare. Il primo sarà proprio ... Stellina!".
Con uno sbuffo enorme di fuoco il drago, furibondo, investì tutte le case di fiamme e, preso Pan tra gli artigli, volò verso il Lago Stregato, la cui acqua magica permetteva di respirare ...come un pesce. Legò il maestro con una catena sul fondo del lago e si mise di guardia, pregustandosi la sofferenza del suo nemico.
In paese gli abitanti, scappati in preda alla disperazione dalle case in fiamme, chiesero aiuto ad Aurea, la figlia maggiore di Pan, apprendista guaritrice, che aveva una parte dei poteri del padre.
La prima reazione della bambina fu di paura, ma la consapevolezza di essere l'unica in grado di salvare il padre e il paese la spinse a prendere una decisione. Così scacciò timore e rassegnazione e si diresse verso la Montagna Nebbiosa, dove si diceva vivesse il Gran Saggio.
Dopo tre lunghi giorni di cammino, senza mangiare ne bere ne dormire e per di più sotto una pioggia insistente, raggiunse la cima, persa nella nebbia perenne, del monte. Sopraffatta dalla stanchezza crollò a terra e s'addormentò.
Al risveglio, tra la nebbia, vide un albero stranamente luminoso con una fessura che si muoveva come una gran bocca che ... la chiamava!
"Aurea" diceva "vieni dentro da me: hai dimostrato gran coraggio e volontà, hai saputo soffrire per una giusta causa e sei degna di parlare a colui che cerchi!".
La bimba, seppure titubante, entrò nella fessura scoprendo una stretta e lunghissima scalinata di legno buia e, in fondo, una piccola luce. Scese lentamente e con prudenza per un tempo che pareva interminabile. Sbucò, infine, in una piccola stanza piena di fumo dove, tra innumerevoli cataste di libri, spiccava la figura di un vecchio. Magro e altissimo, col dorso curvo, il naso adunco con un enorme neo, le mani scarnite, una lunga barba e capelli bianchi argentei, chino a studiare ... era il Gran Saggio!
"Dimmi, Aurea" chiese senza alzare la testa. La ragazza, un po' perplessa per quei modi, illustrò il problema. Il vecchio, con un sorriso, le pose tre indovinelli, passaggio obbligato per ottenere la pietra magica, l'unico mezzo per vincere il drago:
"Cinque caverne in un buco; indovina cosa?"
"Il guanto!" rispose immediatamente la ragazza.
"Chi é che ha il collo e non la testa, ha le braccia ma non le gambe?"
"La camicia!".
"Chi attraversa il bosco senza strapparsi il vestito?".
E Aurea stavolta rimase muta; i minuti passarono interminabili senza che la soluzione le venisse in mente. Quando alzò la testa verso l'entrata lontana in cima alla scala; il tempo era cambiato: l'apertura era luminosissima ... ecco!
"Il raggio di sole, il raggio di sole!" urlò liberata.
Aurea ricevette così la pietra magica e, ristorata e piena di fiducia, tornò velocemente al paese. In piazza riuscì a convincere gli abitanti a mandarla in missione al Lago Stregato: "Meglio morire lottando che vivere da schiavi!" proclamò.
L'ultimo problema da affrontare era il Lupo del Bosco, padrone della Gran Foresta tra il paese e il lago, gelosissimo del suo dominio. Fortunatamente la bestia era già diventata nemica di Fochino, visto che questi si divertiva a bruciacchiare gli alberi più vecchi e più belli. Il lupo le prestò addirittura il suo aiuto portandola fino al lago.
Il Drago, appena vide Aurea, s'infuriò: "Dov'è Stellina? Perché non è stata portata al sacrificio?".
Aurea, ormai decisa a lottare, non dimostrò alcun timore e disse:
"Il tuo tempo è finito Fochino, nessuno ha più paura di te!".
Ora, dovete sapere che se c'è una cosa che fa infuriare un drago, è proprio trovare qualcuno che non dimostra paura. Per Fochino era la prima volta e, per il suo onore era indispensabile spaventare la bimba. Così s'avvicinò e, con l'urlo più spaventoso che riuscì a fare, dette una zampata ad Aurea.
La bambina, continuando a fissarlo provocatoria sugli occhi, non si mosse di un millimetro e così fu ferita ad una coscia.
Per tutta risposta, senza un gemito, Aurea sghignazzò. "Hai le unghie spuntate e i denti cariati, eh? Non sei nemmeno in grado di mangiarmi!".
Fochino, in preda all'ira, spalancò la bocca e Aurea fu stordita dal suo fetido alito; ma colse l'attimo per tirare la pietra magica nella gola del nemico e correre verso il bosco.
Il drago cominciò l'inseguimento ma, dopo solo pochi secondi, si fermò, bloccato da un dolore lancinante alla pancia. Questa, in breve, si gonfiò e, come un enorme palloncino, Fochino s'alzò in volo fino a quando, diventato un puntino nel cielo, scoppiò!
Aurea, con un urlo di gioia, s'immerse nel lago (che, col passare dei secoli perse la magia e s'ingrandì tanto che oggi è conosciuto in tutto il mondo con il nome di Lago Balaton!) e, cosa dicevamo? Ah si! ... e liberò il padre dalle catene.
Il Lupo del Bosco, felice perché le piante danneggiate erano tornate sane e belle come un tempo, portò i due ai margini della foresta e lì salutò cordialmente. Da lì padre e figlia continuarono il cammino verso casa.
In paese scoprirono che, dopo la fine del drago, le fiamme erano scomparse e tutto era tornato come prima.
La paura era finita e gli abitanti fecero una gran festa.
Da quel giorno i draghi esistono solo ... nelle fiabe.
Fabio
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since 27 Nov. 1996; Last Updated: 27 Nov. 1996
© Fabio Forzoni 1996