La Lombardia
Dove, come ma soprattutto perché...
La Valtellina
A nord di Milano, a poco più di cento chilometri, la Valtellina ci offre lo spettacolo della sua verde ed immensa valle, tagliata dall'Adda ed abbracciata dai monti: Quaranta chilometri di vigneti a terrazza che risalgono la costiera a mezzogiorno, a sei-ottocento metri d'altezza. Una terra "portata su con le gerle, andando a cercare nel fondovalle il terreno più adatto alla coltura delle vigne, misto di silice e di argilla."
E' una valle dal clima molto particolare, che raccoglie il sole e ci offre dei grandi e prestigiosi rossi, affiancati da una cucina umile, la cui base è il grano saraceno.
Pizzoccheri
e polenta taragna; i primi, grosse tagliatelle scure di grano saraceno e frumento, serviti con patate, verze e formaggio; la seconda a base di grano saraceno, accompagnata da abbondante burro e formaggio.
Una gastronomia varia grazie anche ai formaggi, gustosissimi, freschi o stagionati, come il
bitto, lo scimud, la casera. Tra i salumi è principe la bresaola, carne di manzo aromatizzata con vino e spezie, poi stagionata o affumicata con il ginepro. Tipici anche i violini, prosciutti di capra. Non è possibile, per chi li ha assagiati, dimenticare gli sciatt, frittelle di formaggio, profumate alla grappa.
Tra i vini da assaggiare il Valtellina, rosso, profumo sottile e persistente con note di viola, sapore asciutto, pieno, leggermente tannico. Invecchiato almeno 12 mesi, da bersi entro 3-5 anni.
Il
Valtellina Superiore esiste in quattro varietà, Sassella, Grumello, Inferno e Valgella, molto simili, colore rosso rubino, bouquet etereo e caratteristico, sapore corposo e asciutto.
Il Sassella, forse il migliore dei quattro, nasce a ovest di Sondrio, sulla Costa Retica. Il Grumello si produce nei dintorni dell'omonimo Castello duecentesco, tra Sondrio e Montagna. L'Inferno è un vino robusto, un po' ruvido, ma di lunga durata, che si ammorbidisce con l'affinamento. Il Valgella si produce tra Chiuro e Teglio, morbido e di stoffa sostenuta, è ottimo con i pizzoccheri. Non sono da dimenticare lo Sfurzat ed il bianco Ronco Valente della zona di Teglio, il Chiavennasca, bianco, profumato e fine ed il Vergiano, rosso, fresco e piacevole dei dintorni di Chiuro.
La Franciacorta
Tra i monti ed i laghi Iseo e di Garda, tra le dolci colline la storia delle vigne ci riporta alle tradizioni Etrusche, Celtiche e Romane.
Due le zone caratteristiche per le loro viti, la Riviera del Garda, con vini bianchi e rossi leggeri, a est di Brescia, l'altra a nord-ovest, la Franciacorta, produttrice di rossi e bianchi pieni e, soprattutto di splendidi spumanti che fanno il giro del mondo.
La franciacorta gode di un microclima d'eccezzione nel nostro panorama enologico e di una fertilissima terra.
E' nota oltre che per i rossi ed i bianchi, soprattutto per il prestigioso spumante doc, prodotto con il metodo della fermentazione in bottiglia.
La tradizione enologica è storia recente.
Fino a qualche decennio fa i vini di questa zona erano destinati al consumo delle famiglie nobili , Bresciane e Milanesi che trascorrevano in Franciacorta il periodo estivo, e alle tavole dei Franciacortini
Negli anni cinquanta l'imprenditore Guido Berlucchi diede il via ad una delle attività economiche più redditizie e prestigiose. Il suo esempio venne presto seguito da molti che riscopprirono l'arte del vignaiolo, riadattando le magnifiche cantine quattrocentesche, col tipico soffitto a botte. Gli investimenti non arrivarono solo dal settore agricolo, bensì buona parte dell'imprenditoria meccanica si dedicò alla produzione vinicola, inaugurando nuove cantine.
I vitigni più diffusi sono quelli che contribuiscono maggiormente alla produzione dei bianchi e degli spumanti,
Chardonnay, Pinot Bianco e Pinot Nero (da vinificare in bianco), i Cabernet Franc e Sauvignon.
Il
Franciacorta fu il primo spumante italiano ad ottenere, nel 1967, la Denominazione d'Origine Controllata; ha colore paglierino più o meno carico, con riflessi verdolini (esiste anche il rosato), profumo caratteristico di lieviti con sentori di frutta, è sapido, fresco e armonioso.
Il
Bianco è fiorito, fruttato e fragrante, limpido e brillante, delicato e piacevolmente acidulo.
Il
Rosso, di colore vivace con riflessi violacei, è vinoso da giovane ed etereo con un certo invecchiamento, asciutto, armonico e di mediocorpo.
La gastronomia bresciana ha mantenuto la semplicità della tradizione contadina, con una varietà di prodotti e piatti incredibile, notissima la
polente e osei (polenta con uccelletti); ed ancora ghiozzi, tinche ed anguille allo spiedo; la minestra di mericonde a base di farina, mollica di pane bagnata nel latte, uova e burro: i brofadei, minestra in brodo di cubetti di pasta di farina di frumento e granturco; i casonsei, ravioli con ripieno di verdure e formaggio grattuggiato; il riso alla pitocca, minestra con pollo a pezzetti fritto in burro e cipolla; la soppressa con la polenta: i saltimbocca, fette di carne di vitello unite a fette di prosciutto e foglie di salvia servite con il riso in bianco.
La zona di Cellatica offre l'omonimo
Cellatica doc rosso ed eccellenti Brut.
Iseo propone degli squisti piatti, ovviamente a base di pesce, ma anche la
coda di vitello in gremolata con polenta. Costeggiando la riva del lago arriverete a Clusane, "paese della tinca al forno", la cui sagra si tiene in luglio.
Procedendo per Erbusco potrete gustare degli ottimi
Solesine (Cabernet e Merlot), Casotte (Pinot Nero), Uccellanda e Bianco di Franciacorta (Chardonnay), Rosso (Cabernet Sauvignon).
A Bornato troverete il
Ravellino e il Principino, bianchi, accanto agli spumanti metodo Champenois.
Raggiunto Rovato vi delizierete con la
trippa bresciana e il manzo all'olio.
Continua...