Il progetto multimediale "Giuseppe e Alberto Samonà, opere e progetti" nasce nell'ambito del Corso di Progettazione Edile Assistita, tenuto dal Prof. Ing. Giuseppe Pellitteri nell'anno accademico 1997-98.

Scopo primario del progetto è stato quello di mettere in pratica le conoscenze acquisite durante il corso, con particolare attenzione alle problematiche connesse al mondo del CAD (Computer Aided Design) e alle sue relazioni con il campo dell'architettura.

Si è passati dunque dallo studio del pacchetto Cad per eccellenza, Autocad della Autodesk, nelle sue ultime releases, e alla modellazione fotorealistica tridimensionale con l'ausilio di programmi leaders nel settore quale 3DStudio Max della stessa Autodesk.

Una piena applicazione queste tecniche permette di affrontare, almeno in parte, uno degli aspetti più interessanti ed innovativi per quanto concerne la resa fotorealistica di modelli tridimensionali: la possibilità di valutare, con precisione ed affidabilità sempre più crescenti, l'impatto ambientale di una costruzione nel suo contesto realizzativo. Questa notevole applicazione ha svariate applicazioni sia per quanto riguarda le nuove realizzazioni, sia per quanto riguarda il restauro e la conservazione di antichi fabbricati, mettendo a disposizione del progettista un'ampia gamma di strumenti per valutare già in fase di progetto l'aspetto finale dell'opera.

Nel caso del progetto multimediale sui Samonà, si è pensato di sottoporre ad una prima elaborazione il Teatro popolare di Sciacca (Agrigento), progettato da Samonà padre nel 1975 e ancora in fase di realizzazione.

Punto di partenza sono stati gli elaborati cartacei, esecutivi e non, reperiti in una preventiva fase di ricerca.

Sulla base di questi ultimi si è passati alla modellazione tridimensionale dei volumi primitivi di cui si compone il Teatro: operazione questa di non facile svolgimento vista la particolare eccentricità progettuale dell'opera.

Contestualmente alla fase di ricostruzione virtuale si affiancava nel frattempo la ricerca di materiale storico, iconografico e bibliografico non tralasciando, tra l'altro, di considerare anche eventuali inforazioni disponibili in Rete (WWW). Seguiva una accurata cernita del materiale effettivamente utile alla "costruzione" di un opera ipertestuale sul Teatro e sui suoi progettisti.

La fase della progettazione dell'ipertesto è stata, anch'essa, abbastanza delicata. Come linguaggio di programmazione si è scelto l'HTML (Hyper Text Multimedia Language) unitamente a Java e JavaScript. Tali linguaggi, ampiamente diffusi in Internet, si sono rivelati proprio per questo motivo particolarmente indicati per "esportare" il lavoro, consentendo di programmare il tutto indipendentemente dal tipo di computer e di sistema operativo successivamente impiegato, sia esso MSDos, Macintosh o Unix.

L'interfaccia grafica è stata pensata semplice e di immediato utilizzo, senza inutili fronzoli che ne avrebbero appensantito inutilmente l'utilizzo. Il grigio predominante del background vuole essere un richiamo alla componente cromatica predominante del calcestruzzo, materiale impiegato per il facciavista del Teatro di Sciacca. Dove era richiesto si è ricorsi all'utilizzo dei frames allo scopo di dividere lo schermo in sezioni autonome.

In tutti quei casi in cui era necessario visualizzare elaborati tecnici, quali piante, sezioni e prospetti, si è utilizzato tratto bianco su sfondo nero, allo scopo di aumentare il dettaglio, minimizzando le imperfezioni derivanti dall'impiego di immagini raster anziché vettoriali.

Tutte le immagini importate tramite scanner sono state accuratamente "ripulite", per quanto possibile, e riadattate per dimensioni e forma, cercado di mantenere il più possibile le doti cromatiche e compositive dei documenti originali.

Bisogna anche dire che molto materiale è stato scartato dovendo tenere conto anche dello spazio a disposizione sul server e dei tempi di caricamento via modem delle pagine.

Per quanto riguarda le fonti storiche, ci si è rifatti a testi importanti e illustri (vedi bibliografia) pensando di non poter fare cosa migliore del riportare fedelmente quanto scritto sull'argomento da storici del calibro di Bruno Zevi o Francesco Tentori, alle cui opere si rimanda per ulteriori approfondimenti.

Crediamo che il progetto globalmente risponda ai requisiti prepostici: il portare alla luce per la prima volta, tramite pubblicazione su Internet, l'opera dei Samonà e l'affrontare le complesse problematiche riguardanti l'applicazione delle nuove tecnologie informatiche all'architettura.

Come tale il progetto "Samonà" va ben oltre la semplice esercitazione su tecniche di progettazione assistita costituendo anche un "vivo" e valido esempio della pratica produttività delle stesse in ambito architettonico.



Gli allievi ingegneri:

Antonio Celona, Raimondo Lattuca, Giuseppe Prinzivalli



 

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